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Zucchero: impatto sulla salute orale ma non solo

Ancora troppe le persone non consapevoli dei danni provocati dall’eccessiva assunzione di zucchero.

L’allarme è stato lanciato dal Regno Unito e riguarda le problematiche che sorgono con le abitudini alimentari sbagliate. In particolare il dito è puntato contro le bevande zuccherate consumate dai bambini, il cui aumento è ritenuto preoccupante per la salute, sia nell’immediato che nella futura vita adulta. L’abitudine a consumare grandi quantità di zucchero, infatti, provoca patologie dallo sviluppo immediato, come la carie dentale, ma è anche responsabile di patologie a lungo decorso, come l’obesità, il diabete di tipo 2 e malattie cardiache.

In particolare nuovi studi condotti dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rivelano che il rischio di carie dentale, ancora oggi la patologia più diffusa nell’intero pianeta, si può ridurre soltanto se l’apporto di zucchero è inferiore al 10% dell’apporto calorico totale.
Per questo motivo l’OMS sta sensibilizzando i governi e le organizzazioni internazionali a discutere con le aziende nuovi protocolli che permettano una sensibile riduzione degli zuccheri nelle bevande più amate dai giovani.

La carie, dal latino “careo” ovvero “essere privo“, è il risultato di un processo multifattoriale di tipo infettivo innescato dai batteri normalmente presenti nel cavo orale. Se gli zuccheri sono in eccesso o stazionano troppo a lungo nella bocca, quando l’igiene orale è trascurata, combinandosi con i batteri trasformano il cavo orale in un ambiente acido rendendo infettiva l’azione dei batteri, in particolare dello streptococco mutans. In condizioni di acidità i batteri iniziano ad attaccare lo smalto consumandolo e producendo cavità che possono arrivare fino agli strati più profondi del dente.

E’ bene sapere che oltre alla quantità di zuccheri direttamente assunti è altrettanto importante il periodo di stazionamento nel cavo orale. I carboidrati assunti con la dieta, dal panino alla pastasciutta, lasciano residui sui denti che, se non rimossi con lo spazzolino ed il filo interdentale, fermentano producendo l’ambiente acido nel quale i batteri diventano aggressivi verso lo smalto dentale. Ecco perché è fondamentale l’igiene orale subito dopo un pasto, anche un semplice snack.

La carie dentale, anche in Italia, è una patologia che nonostante le campagne di prevenzione assume aspetti sempre più preoccupanti per le giovani generazioni. Secondo i dati forniti recentemente ben il 22% dei bambini sotto i 12 anni presenta carie dentale e la percentuale addirittura raddoppia se la fascia d’età considerata abbraccia l’intera adolescenza.

Oltre ai problemi dentali, che come visto coinvolgono ampi strati di popolazione giovanile, l’eccesso di zuccheri può creare altri problemi di salute.

L’obesità, ad esempio, è una delle principali preoccupazioni della sistema sanitario degli Stati Uniti. L’aumento dell’obesità, sopratutto giovanile, è stato molto marcato negli ultimi 20 anni, proseguendo un trend di crescita che è iniziato negli anni 50-60.
Il tutto è dovuto alle abitudini alimentari sbagliate con un eccessivo consumo di grassi, carboidrati e zuccheri, assunti sia direttamente che con le bevande, tanto analcoliche che alcoliche.
L’obesità è strettamente connessa con altre patologie degli organi interni come fegato e cuore e, nei soggetti geneticamente predisposti, è la causa principale dell’insorgenza del diabete di tipo 2, conosciuto come diabete degli adulti o diabete non insulino-dipendente per distinguerlo dal diabete di tipo 1 o insulino dipendente, che è causato dalla totale mancanza di insulina dovuta alla distruzione delle cellule di Langerhans nel pancreas.

Anche il cuore può risentire pesantemente dell’eccessiva presenza di zucchero in circolo. Secondo quanto recentemente scoperto dai ricercatori dell’Università di Houston, Texas, responsabile dei problemi cardiaci sarebbe una molecola, la Glucosio 6-fosfato (G6P) che provoca stress al muscolo cardiaco rendendo più difficoltosa l’azione di pompaggio, condizione che può portare all’insufficienza cardiaca, patologia che non è facilmente curabile ed è tra le principali cause di morte negli USA.