ODONTOIATRIA

Parodontite: indietro nel tempo

I Romano-britannici avevano meno malattie gengivali di cittadini britannici moderni

Nonostante le cure ed i moderni trattamenti dell’odontoiatria, la popolazione romano-britannica, vissuta tra il 200 ed il 400 d.C., soffriva molto meno degli attuali sudditi di sua Maestà la Regina, di parodontite.

Sono rimasti un po’ tutti sorpresi, ma l’esame di oltre 300 teschi romano-britannici conservati a Poundbury, un paese situato nella Cornovaglia, praticamente un quartiere di Dorchester, da parte degli esperti  del King’College of periodontists, non lascia dubbi.

In epoca romana l’antica Poundbury, ritornata famosa alla fine degli anni 80 dello scorso secolo in quanto sede di un importante e controverso esperimento urbanistico, era un paese rurale con una popolazione autoctona molto “romanizzata” nel proprio stile di vita. Non che i problemi di salute non ci fossero, come nel resto d’Europa chi sopravviveva all’infanzia ed ad una adolescenza fatta di privazioni e malnutrizione, moriva comunque presto, l’aspettativa di vita superava di poco i 40 anni, sopratutto per le privazioni e le malattie infettive.

La parodontite però era quasi sconosciuta, come rivela lo studio pubblicato dal British dental Journal, che ha evidenziato come lo studio effettuato nell’antico cimitero romano-britannico di Poundbury rivela che solo il 5% dei 303 crani esaminati presenta i segni della “gum disease” la prodontite, in forma da moderata a grave. La sorpresa lascia di stucco, sopratutto pensando che la percentuale odierna di cittadini britannici che soffrono di parodontie è del 15%.

Tutta colpa del tabacco.
Dal momento che la popolazione romano britannica dell’epoca era geneticamente identica agli europei attuali e che l’incidenza del diabete, principale fattore di rischio endogeno per la parodontite, non era significativamente diversa in quella zona geografica, il dito è stato subito puntato verso il consumo di tabacco.

Gli antichi cittadini romano-britannici, infatti, non fumavano e, allo stesso tempo è da tempo confermato come il fumo  sia il principale fattore di rischio esogeno per la parodontite cronica.

Il dato è ancor più evidente se si pensa che gli esami hanno mostrato come fossero ben presenti i segni della forte diffusione di altre patologie della bocca.
Oltre il 50% degli esaminati aveva avuto carie estesa ed i denti presentavano evidenti segni di usura, presente fin dalla giovane età, come ci si aspetta di trovare in una popolazione la cui dieta era ricca sopratutto di cereali consumati, per lo più interi e, poco cotti.

Il professor Francis Hughes del King’s  College di Londra , responsabile dello studio, ha dichiarato: “Siamo stati molto colpiti dalla constatazione che le malattie gengivali sembravano  essere molto meno comuni nella popolazione britannico-romana che negli esseri umani moderni, nonostante il fatto che i nostri progenitori non usassero spazzolini da denti e non andavano dal  dentista come facciamo oggi.
Anche perché la malattia gengivale è stata trovata in nostri più antichi antenati, ad esempio nei resti mummificati in tombe egizie, e la si trova descritta in scritti Babilonesi, Assiri, Sumeri e, perfino, nella prima dinastia cinese, sviluppatasi oltre 2000 anni prima della nascita di Cristo. ”

Theya Molleson, co-autore dello studio dal Museo di Storia Naturale, ha dichiarato: “Questo studio mostra una notevole peggioramento della salute orale tra epoca romana e moderna Inghilterra sottolineando il probabile ruolo del fumo, in particolare nel determinare la suscettibilità alla parodontite progressiva .
Nelle  popolazioni moderne, dovremo studiare un metodo che vada ad indicare che la malattia può essere evitata: con la diminuzione del numero dei fumatori nella popolazione, dovremmo assistere ad  un declino della della malattia”.