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Fumo in gravidanza: quali rischi per il nascituro?

Perché è bene non fumare durante la gravidanza

Abbiamo parlato molte volte dei danni che il tabacco produce e dei rischi per i fumatori.

Un aspetto ancora più grave riguarda i danni che il fumo può provocare ai bambini se i genitori sono fumatori  e, in particolare, se la madre fuma in gravidanza.
La lista dei possibili danni è davvero impressionante e parte dal rischio di parto prematuro fino ai rischi oncologici.
Eccone una sintesi:

- Parto prematuro: il fumo aumenta del 6,7% il rischio di parto anticipato. Il 15% delle nascite premature sono riconducibili al consumo di sigarette in gravidanza.

- Malformazioni: il feto è molto più sensibile dell’adulto all’effetto nocivo del fumo in quanto i suoi organi stanno ancora sviluppandosi, quindi sono più delicati.
Anche la disintossicazione dalle sostanze nocive è più difficoltosa, poiché nel feto i sistemi enzimatici che provvedono a questa funzione non sono ancora pienamente funzionali.
Se il feto è costretto a subire il fumo passivo il rischio di malformazioni fetali aumenta fino a raddoppiare, come nel caso della cheiloschisi (labbro leporino).

- Problemi di crescita: poiché la nicotina ha effetto vasocostrittore, si produce una riduzione del flusso sanguigno che, nel feto, ha conseguenze sul normale sviluppo e sulla crescita.
In media un bimbo che nasce da una madre fumatrice pesa dai 150 ai 350 grammi in meno, in base al numero di sigarette fumate ed avere un feto sottopeso, a differenza di quanto si potrebbe pensare, non semplifica il parto ma lo complica.

- Funzionalità polmonare: il fumo della mamma in gravidanza rallenta lo sviluppo polmonare del feto creando problemi  anche al neonato. Addirittura questi problemi  possono proseguire anche dopo la nascita tanto che spesso i  neonati devono essere disintossicati.

- Comportamento: uno studio tedesco su 362 bambini, di tipo prospettico, ha evidenziato che i figli di madri fumatrici hanno maggiori problemi comportamentali rispetto ai pari età figli di non fumatori.
In particolare, i risultati scolastici  si sono dimostrati sotto la media e, la presenza di disturbi caratteriali, 2-3 volte più elevata.
Pare inoltre che la nicotina, poiché danneggia i recettori cerebrali del feto, sia un fattore di rischio per la comparsa della sindrome ADHS, la sindrome della mancanza di attenzione ed iperattività.

- Rischio di tumore: la frequenza con cui i figli di genitori fumatori sono colpiti da tumori maligni è stata oggetto di uno studio del Centro tedesco di ricerca sul cancro. I ricercatori hanno valutato i dati del registro svedese del cancro, che raccoglie tutti i casi di cancro verificatisi nelle famiglie svedesi nel corso di diverse generazioni. I risultati sono allarmanti: se la madre fuma, il rischio di ammalarsi di cancro alle vie respiratorie o alla vescica è una volta e mezzo più alto; per il cancro del naso il rischio è quasi quattro volte superiore, per il cancro ai polmoni 1,7 volte.
Vescica e reni risultano particolarmente esposti alle sostanze cancerogene nella fase della crescita, mentre l’aumentato rischio di cancro al naso viene attribuito dai ricercatori al fumo passivo respirato durante l’infanzia.

Sembra anche che la responsabilità materna sia superiore a quella paterna, perlomeno per quanto riguarda il rischio di sviluppare alcuni tipi di tumori, come quello ai reni e quello alla vescica. Questo perché la maggior parte dei rischi è riconducibile alle sostanze di decomposizione della nicotina che il bambino riceve sia quando è ancora nella pancia della madre, che dopo la nascita, attraverso il latte materno.