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Oil pulling: olio sui denti?

Medicina ayurvetica: l’oil pulling funziona davvero?

E’ una pratica orientale dalle origini molto antiche che, recentemente, ha iniziato a prendere piede anche in occidente con il nome di oil pulling.

Si tratta di fare risciacqui utilizzando olii naturali: sesamo e cocco quelli consigliati e più utilizzati ed i sostenitori garantiscono un effetto battericida e sbiancante.

Come detto è una pratica diffusa in oriente ma proviene dall’India e si deve alla medicina ayurvedica, pratica di medicina indiana che si basa sulla guarigione naturale e che estende a tutto il corpo l’impiego di oli curativi.

Sicuramente non è adatta per chi è abituato a fare tutto in fretta, perchè richiede tempo e pazienza. Addirittura, secondo alcune fonti, per ottenere risultati è necessario  tenere  l’olio in bocca, almeno 2 volte al giorno, per un minimo di 10 minuti e fino a 20.

Secondo il Dr. Amala Guha, immunologo presso l’Università del Connecticut e presidente della Società Internazionale per l’Ayurveda e la salute bastano, inizialmente, due sessioni di  4 minuti. Inoltre spiega che la tecnica della guarigione naturale, base della medicina ayurvedica, si basa su testi risalenti all’800 a.C ed è utilizzata in molte zone del mondo, anche se la medicina occidentale non ne riconosce la validità.

In Ayurveda, molti liquidi diversi possono essere utilizzati a seconda delle condizioni da trattare e la fisiologia della persona: latte, miele ed erbe contenenti acqua calda sono solo alcuni degli altri mezzi, spiega il dr. Guha.

Per tornare alla salute della bocca, la tecnica dell’oil pulling va eseguita seguendo le 2  specifiche pratiche previste nei testi di ayurvedica:

- la tecnica Kavala: consiste nel tenere in bocca l’olio per due minuti prima di fare un risciacquo e poi sputarlo fuori. L’operazione dovrà essere ripetuta  2- 3 volte al giorno.

- la seconda tecnica Gandusa: prevede di tenere in bocca l’olio più a lungo, fino a 5 minuti, prima di sputarlo e ricominciare il processo.

Il Dr. Guha spiega che i risultati sono attesi nell’arco di pochi mesi e che è molto importante praticare in modo corretto per evitare effetti collaterali come secchezza delle fauci, sete eccessiva, perdita di gusto nella bocca. Sempre secondo il dr. Guha,  uno studio condotto su 20 praticanti, ha mostrato una riduzione della placca e della presenza dello streptococco mutans.

Questo potrebbe essere dovuto, se l’olio usato è quello di cocco, al suo contenuto di acido laurico, un acido del quale sono  note le proprietà battericide.

Tuttavia gli ambienti medici e scientifici non riconoscono alcun credito a queste pratiche. Gli studi sono troppo pochi ed effettuati su un numero di soggetti troppo limitato, dicono ad esempio dalla New York University, perché si possano riconoscere gli eventuali effetti curativi della medicina ayurvedica,  anche se non sono noti effetti negativi.

Il consiglio degli esperti è di provare pure se siete attratti dalle tecniche curative naturali, ma non dimenticate di usare comunque il filo interdentale.